venerdì 12 giugno 2020

STEP #24 - Conclusione

In questo blog si spazia attorno al termine "carico".
Si è delineata l'etimologia del termine, le sue radici nelle lingue del passato e le traduzioni in varie lingue del giorno d'oggi.
Data la necessità di avere una comunicazione efficace si è fatto largo uso di immagini e di simboli, delineando per l'appunto un'immagine simbolo ed un protagonista in grado di esprimere il concetto del termine in esame, Gandhi in questo caso.
Dopodichè si è entrati nel vivo dell'analisi: per quanto riguarda quella letterario-filosofica si è esaminato il concetto in un mito, in ''Rosso Malpelo'' di Verga, in ''San Martino del Carso'' di Ungaretti, nella ''Repubblica'' di Platone, nell'esistenzialismo di Nietzche e Kierkegaard, nell'approccio empirico di Ruggero Bacone, ed infine nello ''Zibaldone dei pensieri'' di Leopardi.
E' stata fatta anche un'analisi economico-sociale e politica, come la considerazione del tema in una pubblicità, in due articoli di cronaca come quello inerente al crollo del Ponte Morandi e quello sulla pandemia da COVID-19, un'analisi etica sulla politica e la considerazione del sovraccarico della società dettato dai limiti dello sviluppo.
Sono stati toccati anche argomenti relativi all'arte e al cinema, quali individuazione di un'opera d'arte simbolo (il Discobolo), della scena del film ''Titanic'' in cui avviene il caricamento della nave ed infine la redazione di una serie TV di tre episodi, sempre focalizzata sul tema centrale del blog.
Inevitabilmente, trattando questo blog di filosofia dell'ingegneria, è stato anche analizzato il campo della tecnologia, come le innovazioni portate da Brunelleschi e Da Vinci, le quali sfidano la gravità.
Infine per schematizzare e tirare le somme del lavoro di questo blog, sono stati redatti un abbecedario di termini collegati al concetto principale ed una mappa concettuale che ne mette alcuni in correlazione tra loro mediante opportuni collegamenti.

giovedì 11 giugno 2020

STEP #23 - Mappa concettuale




STEP #22 - Serie TV

Episodio I

Anna è una ragazzina di 15 anni e vive nella Torino del 1976.
La sua è una famiglia con una situazione abbastanza difficile: la mamma è sempre indaffarata con i lavori di cucito che le vengono commissionati da una nota azienda, il papà ha un'officina meccanica in centro città ed è sempre stato assente, mentre la sorella, primogenita tra le due, è la ''figlia prediletta'' e vive a Londra, finanziata dai genitori.
L'unica persona con cui Anna riesce ad avere confidenza è sua nonna di 83 anni, che abita con lei, malata da tempo di Alzheimer e non più autosufficiente, dato che è costretta a letto a causa dell'estrema fragilità di un femore.
Inutile a dirlo, la ragazza ha tutte le responsabilità della cura dell'anziana nonna riversate addosso. 
Anna ha sempre avuto degli impulsi molto creativi, anche geniali se vogliamo: ad esempio, per potersi concedere qualche minuto di letture e svago, ma senza trascurare la nonna, costruì all'età di 12 anni un meccanismo in grado di avvisarla in caso la nonna si alzasse dal letto, semplicemente con l'uso di una bilancia posizionata sotto il materasso.

Episodio II

Al compimento del 16° anno di età, i suoi genitori decidono di far cominciare a lavorare la ragazza, senza però esonerarla dal compito di curare la nonna.
Viene assunta dopo un paio di settimane da una ditta che si occupa della produzione di motori per frullatori e sbattitori elettrici.
Le viene anche accolta la richiesta di poter lavorare da casa, affidandole ordini giornalieri, perlopiù incentrati sull'assemblaggio di parti magnetiche.
Ed è per caso che scopre che, nel caso in cui si sottoponga della polvere metallica ad una particolare lavorazione, questa diventa magnetica, e dunque è in grado di respingere o attrarre altri magneti posti nelle vicinanze. 

Episodio III

Dopo qualche anno, sfogliando i vecchi diari (su cui era solita scrivere nei pochi momenti liberi che la giornata le forniva) si fa catturare l'attenzione da uno schizzo che raffigura la precedentemente citata ''scoperta''. 
Decide dunque di approfondire la questione, pensando che sarebbe un peccato lasciarla così fine a se stessa sulle pagine di un semplice diario.
La nonna, intanto diventa sempre più vecchia e, allo stesso tempo, trascurata, dato che Anna è spesso fuori casa per recarsi in biblioteca a studiare. 
Il 4 settembre 1995, alla comunque veneranda età di 102 anni, l'anziana impazzisce, probabilmente a causa delle sempre più flebili attenzioni che le vengono date, si lancia dalla finestra del terzo piano della palazzina dove la famiglia vive.
All'apprensione della terribile notizia Anna si dispera, sentendosi la prima responsabile di questo gesto, per aver di fatto ''scaricato'' la nonna. 
Anna ora non sa più che fare e, inevitabilmente scossa, lascia la casa dove abita con la sua famiglia, per affittare un alloggio a Milano, dove conosce nel 2006 un imprenditore impegnato nel settore delle infrastrutture e dei trasporti.
Con un lampo di genio, una sera, decide dunque di rielaborare la sua scoperta di 29 anni prima, mettendo a punto una miscela di asfalto e polvere metallica magnetizzata, per permettere l'utilizzo di veicoli a levitazione magnetica invece del tradizionale trasporto su gomma. 
In collaborazione con l'imprenditore milanese inizia dunque ad applicare questa nuova tecnologia in dei paesi della provincia scelti come campione, e, nel 2034 dopo anni di sviluppo e di successi, anche internazionali, Anna viene insignita di una laurea ad honorem all'università di Ginevra, ma, cosa ben più importante, soprattutto per il suo riscatto sociale e familiare, viene riconosciuta globalmente come una delle più grandi inventrici del panorama moderno.

Considerazioni finali

Questo breve racconto ci fa dunque portare l'attenzione sul fatto che, nonostante la protagonista avesse grandi potenzialità fin da bambina, debba farsi carico di tutte le pene familiari anziché realizzare i suoi sogni.
Questo finché non decide di scaricarsi di tutti i doveri e le oppressioni familiari (scelta da un lato anche eticamente discutibile) portandola, dopo un percorso travagliato, a raggiungere traguardi altrimenti inimmaginabili.

sabato 30 maggio 2020

STEP #21 - Chi si deve far carico delle decisioni politiche?

Una Repubblica Parlamentare, per definizione, è una forma di governo, in cui la rappresentanza democratica della volontà popolare è affidata, per mezzo di elezioni politiche, al Parlamento, il quale elegge sia il Governo che il Presidente della Repubblica.
Il Governo, seguentemente, è una sorta di organo collegiale, composto dai vari Ministeri con relativi ministri ed il Presidente del Consiglio dei ministri.
Certamente l'individuo che spicca per notorietà tra questi è il Presidente del Consiglio dei ministri, il quale, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione, "dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri". 
Di fatto, però, sembra non essere proprio così: il Presidente del Consiglio infatti raramente si prende carico, e dunque la totale responsabilità, delle azioni del Governo.
Questo può essere dovuto al fatto che anche tra i componenti di uno stesso Governo, le posizioni dei singoli possono non combaciare, creando screzi per i quali, in questo caso il Premier, non disdegna "prendere le distanze" dalle decisioni di un singolo o di un gruppo di ministri.

D'altro canto, a mio modo di vedere, l'unico metodo possibile per poter essere certi delle responsabilità di un singolo individuo è quello della dittatura, dell'uomo solo al potere.
Questa è però una soluzione che di certo non metterebbe d'accordo nemmeno una fetta discreta di popolazione, date le passate disavventure che si sono presentate nella storia politica mondiale.

venerdì 29 maggio 2020

STEP #20 - Nello "Zibaldone dei pensieri"

Il carico di angoscia a cui l'uomo è sottoposto, viene ripreso da Leopardi nello Zibaldone.
Questo concetto viene rivisto come "noia", ovvero assenza di passioni e di emozioni, sia negative (dispiacere) che positive (piacere, felicità, godimento): è il vuoto dell’animo umano.

Chi dice assenza di piacere e dispiacere, dice noia... La noia corre sempre e immediatamente a riempiere tutti i vuoti che lasciano negli animi de’ viventi il piacere e il dispiacere; il vuoto, cioè lo stato d’indifferenza e senza passione, non si dà in esso animo, come non si dava in natura secondo gli antichi. La noia è come l’aria quaggiú, la quale riempie tutti gl’intervalli degli altri oggetti, e corre subito a stare là donde questi si partono, se altri oggetti non gli rimpiazzano. O vogliamo dire che il vuoto stesso dell’animo umano, e l’indifferenza, e la mancanza d’ogni passione, è noia, la quale è pur passione... La noia è il desiderio della felicità, lasciato, per cosí dir, puro. Questo desiderio è passione. Quindi l’animo del vivente non può mai veramente essere senza passione. Questa passione, quando ella si trova sola,quando altra attualmente non occupa l’animo, è quello che noi chiamiamo noia.
(17 ottobre 1823)
Giacomo Leopardi

STEP #19 - Sfidare le utopie

Leonardo Da Vinci e Filippo Brunelleschi, quasi contemporanei tra loro, sono state due menti uniche, in grado di rivoluzionare il modo di pensare e di progettare le cose.
Tutti e due, curiosamente, avevano lo stesso pallino in testa, quello di sfidare la forza di gravità.
Brunelleschi ci provò (e ci riuscì) con la costruzione dell'oggi iconica cupola del Duomo di Firenze, estendendo il concetto di arco autoportante ad una maestosa cupola.
Da Vinci, invece, non ci riuscì, o meglio non riuscì a mettere in funzione i suoi progetti, ma permise allo sviluppo tecnologico di prendere spunto da essi per poter sviluppare aerei ed elicotteri di oggi, i quali antenati appunto sono rispettivamente l'"ornitottero" e la "vite aerea".
Il primo, pensato prendendo chiaramente ispirazione dalle ali degli uccelli, è composto da un telaio in legno ed una vela di tessuto, in grado di far planare l'utilizzatore, il quale, con la forza delle sue braccia potrebbe anche "battere le ali", per allungare il tempo di volo.
La seconda invece prevede una vela a forma di spirale che, ruotando su se stessa permetterebbe il sollevamento da terra in direzione verticale. 
  

In ordine: Cupola del Brunelleschi, Ornitottero, Vite aerea

giovedì 28 maggio 2020

STEP #18 - Il carico dell'esistenza

L'esistenzialismo occupa una vasta fetta della filosofia contemporanea, con i suoi "portavoci" quali Kierkegaard (1813-1855) e Nietzsche (1844-1900).
Il primo,presentandosi come avversario del razionalismo hegeliano, porta l'attenzione sul singolo e sul carico angoscioso dell'esistenza che verte su ogni individuo.
Il secondo invece è riconosciuto come teorico dell'accettazione eroica del carico della vita, che è dolore, lotta e crudeltà, dunque con un approccio meno ''passivo''.

Søren Kierkegaard e Friedrich Nietzsche

STEP #24 - Conclusione

In questo blog si spazia attorno al termine " carico ". Si è delineata l' etimologia del termine, le sue radici nelle lingue...