giovedì 26 marzo 2020

STEP #04 - ''Carico'' nel Mito

Si possono individuare almeno un paio di miti nei quali è presente una scena in cui un personaggio "ne prende in carico" un altro:

Enea ed Anchise
Nella drammatica notte della caduta di Troia, Enea caricò Anchise sulle spalle, fuggendo quindi dalla città in fiamme. Anchise infatti secondo alcune fonti leggendarie era anche diventato cieco, oppure, secondo altre, paralitico.
Anchise morì a Drepano (l'odierna Trapani) e il figlio gli diede onorata sepoltura sul monte Eryx (dove ora sorge Erice) in cui vi era un tempio consacrato ad Afrodite. Oggi sulla spiaggia dove egli morì si può vedere la stele che ricorda l'evento. La stele, detta appunto stele di Anchise, si trova presso la contrada Pizzolungo, che fa parte del Comune di Erice.
Secondo quanto afferma Virgilio, Enea, disceso vivo nell'aldilà con l'aiuto della Sibilla, incontra il padre che gli dà le profezie sulla grandezza di Roma.

Paolo Farinati, Incendio di Troia


Eracle, Achemone e Basala 
Achemone, insieme ad un suo pari, insultò a lungo Eracle, non credendo alla sua natura divina. L'eroe, allora, decise di punirlo e umiliarlo.
Secondo un'altra versione del mito, Achemone era un ciclope, che assieme al fratello Basala viveva di brigantaggio nell'isola di Pitecusa (nel mar Tirreno). Il giorno in cui i due Ciclopi assalirono Eracle, che si trovava nei pressi a dormire, il forzuto eroe li appese per i piedi all'estremità della propria clava e se li caricò sulle spalle. Eracle, poi, divertito da una loro spiritosa osservazione, li perdonò e li lasciò liberi.

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STEP #24 - Conclusione

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